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La Chiesa di
San Bernardino
Progetto: "Ridiamo luce ad una memoria oscurata"
Comitato AMICI di BAGNELLA: Lettera del presidente
Nel territorio di Bagnella esiste una chiesetta dedicata a S. Bernardino
da Siena.
E' collocata sulla riva sinistra del torrente Fiumetta, alla distanza di un
centinaio di metri da esso e lungo la strada comunale.
E' un edificio antico più volte restaurato ed attualmente in ottima
forma e veste.
Forse la sua costruzione risale al secolo XV, ma non vi sono documenti ufficiali che lo comprovino;
questa mancanza è da iscriversi al fatto che la
chiesetta era considerata, allora, come un oratorio, una chiesetta che la devozione
dei terrazzani del luogo avevano voluto dedicare a San Bernardino;
non era nemmeno consacrata e vi si celebrava la Messa solo una volta all'anno
in occasione della festa del Santo, il 22 maggio.
La comunità di Bagnella faceva parte, infatti, a tutti gli effetti della
parrocchia di Omegna e nella pieve di S. Ambrogio i Bagnellesi si recavano
per le funzioni religiose, per ricevere i sacramenti, per i funerali, per la scuola di dottrina cristiana.
Un canonico di detta pieve aveva l'incarico della Messa annuale.
Nulla più.
"La chiesa è stata edificata su un terreno scuro, a forte componente
organica, forse utilizzato come terreno da cultura.
Era costituita da una semplice navata rettangolare terminante in un'abside semicircolare.
Sulla parete SW vi era una porta d'accesso con stipiti in pietra ed architrave
monolitico (tamponati in epoca successiva, ma ancora ben visibili);
non sembra esistesse un ingresso sul lato di facciata.
La muratura era costituita da pietre locali e ciottoli fluviali del torrente Fiumetta,
legati con malta non molto tenace di color grigiastro; pietre più
grandi erano invece presenti all'esterno del giro absidale.
Tutto l'edificio era pavimentato con una stesura di cocciopesto gettata
sopra una preparazione di grossi ciottoli fluviali.
All'interno le pareti erano verisimilmente ricoperte di intonaco bianco;
sull'abside doveva invece apparire una decorazione, magari a figure.
Al centro dell'emiciclo absidale venne costruito in muratura un altare
rettangolare nella forma prescritta.
Davanti al suo basamento, sulla pavimentazione, rimane ancora I'impronta della posa di una predella di legno".
Queste notizie sono desunte dalla relazione del Dott. Alberto Corsetto
della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, che nel 1988 orientò i
lavori di risanamento del complesso.
In che anno venne costruita?
Presumibilmente nel 1400.
Visto che la chiesa di Omegna venne costruita prima dell'anno 1000,
come testimoniano gli avanzi di stile lombardo del secolo VIII nella facciata
e nel fianco meridionale, ritenuto quindi che vi fosse in loco un discreto
numero di cristiani, potremmo anche pensare che già in precedenza a
Bagnella vi fosse un'edicola, con ingresso dalla porta a cui abbiamo fatto
cenno ed accanto a questa vi fosse un pozzo (che esiste tutt'ora, benché
inservibile) e che questa edicola fosse stata successivamente ingrandita e
dedicata a S. Bernardino da Siena, le cui gesta dovevano essere ben conosciute anche nella zona del Cusio.
I documenti che ne parlano sono i verbali pastorali dei Vescovi di Novara.
Il primo è del Vescovo V.C. Bescapè e porta la data del 1597; è scritto
in latino e qui ne diamo la traduzione:
"... Visitò la chiesa di S. Bernardino a Bagnella, membro della parrocchia
di Omegna, distante da essa mezzo miglio (m. 900), posta verso la riva
del lago verso Occidente.
La chiesa è col tetto a volta e col pavimento adatto.
Non è consacrata.
Vi è in essa un altare secondo la forma prescritta sotto un emiciclo
dipinto rivestito di un palio di seta viola e di tre tovaglie, senza telo.
La tabella delle segrete è decente.
Sopra l'altare ci sono quattro candelieri di legno e dorati ed una piccola statua di legno della Madonna.
L'altare non ha nessuna iscrizione.
La mensa dell'altare si deve coprire con tavole di legno e ...
Il vaso dell'acqua benedetta è decente.
La porta della chiesa sopraddetta è munita di battenti la cui chiave è
conservata presso Giacomo Stopino, che si prende cura anche della chiesa e
disse che presso di lui ci sono 12 scudi, che provengono dalle elemosine, ma
non sono annotate nel libro.
Vi è una campanella.
...In essa si deve inserire la pietra sacra nella mensa dell'altare.
Sopra esso celebra il Sacerdote Giovanni Alberganto Curato di
Omegna e vicario foraneo, talvolta per devozione e quando è necessario portare il S.mo Sacramento a persone di questo villaggio.
Le suppellettili per la celebrazione della messa si conservano in un
armadietto di legno e sono come sotto. (segue elenco)
Vi sono tre finestre circolari senza inferriata e telaio.
La finestra presso 1'altare munita di inferriata, ma senza telaio".
Nei due decenni successivi al 1597 furono fatti importanti lavori di
restauro. L'edificio venne parzialmente demolito, abbattendo la facciata e
l'abside e utilizzando i muri laterali, ancora evidentemente in buono stato,
per l'erezione del muro d'ambito del nuovo oratorio. Venne ricostruita una
nuova facciata, con porta d'ingresso inquadrata da due finestrelle e tamponata
la porta laterale. Fu demolito anche il vecchio altare e sulla sua struttura
fu posta la fondazione di un gradino di accesso al presbiterio; un secondo
gradino di accesso all'altare venne costruito sulle strutture dell'abside più
antica. La chiesa fu allungata e terminata con una parete piana, alla quale
venne addossato l'altare.
Il Vescovo Cardo Taverna in visita il 10 febbraio 1618 potè notare
" ... il detto oratorio è d'una nave sola (anticuo, ma riformato ed innalzato et
imbianchito, assai capace per la qualità del popolo in luogo è largo ha la sua
porta con due finestre laterali con le sue ferrate, senza ante con tre occhi uno
sopra detta porta li altri di qua e di là è nel fine della detta villa coerenze a
matina Bernardino Stopino, a mezzo giorno Francesco (?) ad occidente la
strada comune et a settentrione Giov. Batta Castello d'Omegna.
Ha un coro balaustrato di legno fodratto d'asse con l'altare lungo cubiti
quattro, onze cinque, alto cubiti dui, onze quatro et bradella alla misura
dell'altare.
Una ancona con le ante dipinte et in mezzo la S.ma Vergine col figlio-
lo in brazzo ..."
Nel verbale segue l'elenco delle suppellettili della chiesa, ma abbiamo
ritenuto di poterlo tralasciare.
Si arguisce però, che la chiesa di S. Bernardino pur essendo solo un
oratorio, una chiesetta di campagna, è frequentata, perché vi si enumerano
oggetti come ... .lanternini per le processioni, vaso di marmo per l'acqua
benedetta all'entrata dell'oratorio, una campana sopra il campanile di rubbi
sedici circa.
Il Vescovo Mons. Volpi nella sua visita del 16 luglio 1629 trova la chiesa
più o meno nelle condizioni che abbiamo già descritte: "... l'oratorio di S.
Bernardino ... è abbastanza ampio, volto ad Oriente, consta di un'unica navata
sotto una volta imbiancata, ma alquanto screpolata, isolato e con pavimento tollerabile.
In testa vi è l'altare sotto un emiciclo dipinto, distante un po' dalla
parete, recinto. (1)
Una porta sulla fronte dell'oratorio è sufficiente per chiudere con due
finestre collocate in basso di qua e di là, munite d'inferriate ...
Più finestre, tutte circolari, strette ed aperte.
Una campana nel piccolo campanile con croce sulla sommità ..."
Segue l'elenco delle suppellettili che vengono ritenute insufficienti e
conservate confusamente in una cassa di legno.
Unica nota di rilievo è il cenno fatto alla sacrestia, che in quell'anno
era già iniziata, ma non ancora compiuta.
"... fu incominciato a mezzogiorno a fabbricare la sacristia, che ancora
non è completata ..."
Nel 1640 l'oratorio fu arricchito di una bellissima pala d'altare opera
pregiata del pittore Cristoforo Rocca.
Preferiamo parlarne più diffusamente in altro passo.
Non ci sono altri verbali fino a quello del 1735 dovuto al Vescovo
Gilberto Borromeo, che accerta più o meno la situazione della seconda metà
del secolo precedente.
Vi si legge: "nel cantone di Bagnella vi è l'oratorio dedicato a S.
Bernardino ha la sua rendita stabile con l'obbligo di Messa.
Inventario:
porta, alato 2 finestre, sopra detta una finestra, capolino con campana
di rubbi 7; pila acqua benedetta in marmo a destra entrando; a sinistra confessionale di noce antico.
Altare dentro dei cancelli; due nicchie: a destra S. Bernardino (statua
legno con reliquia nel petto; a sinistra S. Barbara, ut supra)
Oltre i cancelli due quadri senza cornice: S. Grato e S. Domenico.
Finestra ferata".
Nei vent'anni seguenti si costruì anche il portico antistante come lo
vediamo adesso. Infatti nel verbale di visita del Vescovo Marco Aurelio
Balbis Bertone del 1759 si trova scritto:
"portico, quattro colonne di serizzo, due finestre ai lati della porta,
sopra dipinta l'imagine di S. Bernardino.
Oratorio a volta, copertura a piode, 4 quadri appesi alle pareti: S.
Apollonia, S. Grato, S. Lucia, S. Defendente; cancelli di ferro guarniti d'ottone;
statue 2: S. Ambrogio e S. Bernardino; sopra il tetto una campana di
rubbi 7; l'oratorio possiede un terreno "Roncaccio" ed altro".
Non sembra che altri interventi degni di rilievo siano stati fatti sulla
struttura in seguito.
Si parla nella già citata opera di A. Caccini, del 1945, di restauro effettuato
nei primi anni del 1900 per munificenza della Signora Ada Wilson, proprietaria di Villa Ada.
Non vi sono atti che ricordino la costruzione dell'attuale campanile,
una torretta a pianta quadrata con cuspide in muratura e due campane.
Sulla scala interna che porta alla cella campanaria si legge la scritta:
1883 M. Che significa?
E' l'anno di costruzione del campaniletto? E' l'anno in cui esso fu
restaurato?
O è solo la data scritta da qualcuno non meglio identificato che con la
lettera M, che ha voluto ricordare di essere lassù salito?
Delle tre campane ora esistenti la prima è del 190l, la seconda e la
terza provenienti dalla fonderia Roberto Mazzola di Valduggia, furono donate
dal Signor Ettore Cardini nel 1930.
Sullo stesso campanile nel 1933 il Signor Oreste Cardini, fratello del
precedente, fece installare un orologio che battesse le ore per i Bagnellesi;
cosa che ha continuato a fare fino ad ora.
Nel 1988, visto che la chiesetta era utilizzata, anche dopo la costruzione
della chiesa della S. Croce, per le funzioni quotidiane, mentre l'altra era
riservata alle domeniche ed alle feste solenni, su iniziativa del Parroco D.
Domenico Piatti, si ritenne opportuno dotarla di riscaldamento.
Durante quei lavori che comportarono la rimozione del vecchio pavimento
in cocciopesto sostituito con altro in lastre di granito del Mottarone,
vennero alla luce molte vestigia del passato: la soglia di ingresso della porta
laterale, le fondamenta dell'emiciclo che chiudeva l'abside, la base del vecchio
altare sotto l'emiciclo, notevoli quantità di frammenti di intonaco bianco,
qualche frammento pittorico sul luogo dell'abbattuto emiciclo.
Ed ecco con quali parole il Sig. Luigi Alberti presenta la pala dell'altare:
"la pala che campeggia sull'altare è una tela del seicento ed è opera del
pittore Cristoforo Martinolio, detto "il Rocca", dal paese natale di
Roccapietra in Valsesia.
In calce infatti si legge "Christophorus Roca pinxit 1640".
Il Rocca è uno tra i più importanti pittori della Valsesia del Secolo
XVII. Fu allievo del Morazzone ed eseguì parecchi affreschi sulle cappelle
del Sacro Monte di Varallo; altre sue opere si trovano nel Cusio e nella
Valsesia.
Il dipinto raffigura la Madonna seduta su di una nuvola, mentre regge
con la sinistra il Bambino in atto benedicente, in posizione eretta, anch'egli
su una nuvola.
Molti cherubini attorniano le due figure, mentre due grandi angeli in
volo, con vesti svolazzanti, sono al fianco della Madonna e reggono entrambi
con una mano una corona sul capo della Vergine, mentre Ella umilmente
guarda verso il basso.
Alla destra di chi guarda è ritta la statuaria figura di S. Ambrogio in
abiti pontificali con mitra e mani guantate di rosso, che tengono il pastorale
l'una, l'altra il libro col flagello, alludente alla sua lotta contro gli eretici, in
particolare gli Ariani. Il bel volto, ornato da una crespa barba e baffi, ha uno
sguardo severo e penetrante; il capo leggermente inclinato assume un aspetto
di docilità e fermezza insieme.
Sul lato opposto sta San Bernardino da Siena, con la corporatura
allampanata, in saio francescano. Egli addita, come di consueto con la mano
destra il simbolo del Cristo da lui creato e diffuso nelle predicazioni: un sole
raggiante con al centro le lettere monogrammate IHS, sormontate da una
croce.
Ai suoi piedi tre mitre simboleggiano il suo triplice rifiuto ai vescovadi
di Siena, Ferrara ed Urbino. Il volto emaciato e severo ti guarda intensamente,
come per richiamare l'attenzione verso il simbolo indicato con l'indice.
Questi due santi sono stati raffigurati perché S. Bernardino è il patrono
della comunità di Bagnella, mentre Sant' Ambrogio è il patrono della parrocchia di Omegna, da cui Bagnella dipendeva allora.
Notiamo ancora nel dipinto alla base uno scorcio di paesaggio, tra i due
santi, inquadrato tra due tronchi d'albero.
E' la veduta di un fiume tortuoso che scende verso lo spettatore, con in
primo piano un ponte a due possenti arcate, sul quale transitano uomini a
piedi ed a cavallo.
Sulla spalletta del ponte a sinistra si erge un pilone.
Risalendo il fiume si scorge un altro ponte, ma interrotto dopo la prima
arcata; accanto stanno due fabbricati ed in senso verticale poco lontano un
altro a più piani; un grande poggio si profila nel fondo del paesaggio, sormontato
da varie costruzioni, forse un castello. Al fondo del colle si notano
altre costruzioni e poi il paesaggio continua in una larga vallata verso nuovi
colli.
Indubbiamente la pala risente dei canoni classicheggianti del
Cinquecento.
Una stupenda cornice intagliata nel legno e dipinta in oro, pregevole
opera di un artigiano certamente valsesiano, racchiude la pala, dominata da
due putti ignudi che con la mano alzata pare vogliano proteggere.
Un cartiglio sul lato inferiore della cornice porta scritto "1748
Beneffatori di Bagnella F.F.".
Estratto da "ARCHEOLOGIA ED ARTE NEL CUSIO".
Atti del convegno - ORTA S. GIULIO - VILLA BOSSI 27 giugno 1987
Note
1. Il riferimento all'emiciclo pare essere una svista di colui che redasse l'atto; in
effetti esso era stato demolito una ventina di anni prima.
Testo e foto tratti da:
BAGNELLA - Storia di una comunità
Natale Ciocca Vasino
Press Grafice srl - Gravellona Toce
novembre 2005
Per gentile concessione
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